FLYTE REACTION - Magnetophon Distances Cd Papersleeve

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Sull’onda del revival psichedelico degli anni’80, quello cha ha portato alla luce gemme come i Soft Boys di Robyn Hitchcock, Paul Roland, i Black Sun Ensemble o, per citare i più famosi, R.E.M., Opal ecc., si fece notare dalla critica un giovane chitarrista di Cambridge per il quale riviste di culto come Bucketful Of Brains spesero elogi difficilmente elargiti ad altri.

Mick Crossley sotto il moniker di Flyte Reaction debuttò alla corte di Bevis Frond nel 1991 con un vero inno alla psichedelia più lisergica, quel “Songs In A Circle” che ebbe plausi dalla critica, e seppe creare un seguito di fans accaniti dal fino palato. Micidiale la sequenza: l’anno successivo “Strawberry Lip Salvation”, poi nel 1993 “Spectral Footwear” e nel 1995 il beatlesiano “Create A Smile”. Purtroppo l’interesse per la psichedelia cominciò a sfumare e il canto del cigno di Flyte Reaction uscì nel 2001 con l’ottimo “Sensilia”, tornato alla Woronzow di Nick Saloman aka Bevis Frond, che venne pubblicato anche negli Stati Uniti.

Mick non ha mai abbandonato la ricerca, inzuppato di sound sixties, intriso di visioni e con un talento chitarristico davvero secondo a nessuno. Inizia diverse collaborazioni tra le quali ci piace ricordare l’incredibile boost offerto da Mick agli ultimi album, quelli del ritorno sulle scene di un altro immenso autore britannico, Paul Roland, al quale ha da ormai oltre un quinquennio offerto la sua stratocaster.

Oggi Flyte Reaction torna sulle scene con quello che probabilmente è il suo frutto più maturo, certamente il suo album migliore e più equilibrato. Ricco di influenze da Syd Barrett agli XTC più psichedelici, irrorato dal polline dei Beatles di Revolver e Sgt. Pepper, delle produzioni di Joe Boyd giù all’UFO Club, pagando anche un profondo rispetto al padre di molte delle correnti sottomarine che hanno colorato di genio le isole britanniche dopo i Fab Four, l’amatissimo e rimpianto Daevid Allen dei cui Gong e Soft Machine qui si possono sentire i sentori di rare spezie.

Un album fresco, divertente, singolarmente intelligente e profondo; un grande ritorno che segnerà un capitolo indimenticabile nella storia del rock inglese.

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